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AMARCORD

25 Febbraio | Tanti Auguri! PARK JI SUNG

Park Ji-Sung è stato uno dei giocatori che ha fatto la storia del Manchester United targato Ferguson. Il coreano, che faceva parte di un 11 titolare a dir poco straordinario composto dai vari Scholes, Rio Ferdinand, Rooney ed Evra, solo per citarne alcuni, è stato uno dei giocatori che fin da subito ha colpito l’ex manager degli inglesi. Arrivato all’ombra dell’Old Trafford nell’estate del 2005, quando per soli 4 milioni di sterline lo United riuscì a strapparlo al Psv Eindhoven, Park è rimasto in maglia Red Devils per i successivi sette anni collezionando la bellezza di 205 partite.

Nel suo personalissimo palmares, Park conta quattro titoli di Premier League, tre Coppe di Lega, 1 Champions League e la Coppa del Mondo per Club. Un giocatore che in Italia abbiamo imparato a conoscere soprattutto dopo la sfida del 16 febbraio 2010 in Champions League tra Milan e Manchester United. Erano gli ottavi di finale e nella gara d’andata, Ferguson capì subito che per battere i rossoneri sarebbe stato necessario bloccare totalmente, sul nascere, ogni iniziativa di Andrea Pirlo. Park eseguì alla lettera le direttive del proprio allenatore: “Il tuo lavoro oggi è Pirlo, non toccare la palla, ma Pirlo”. Il risultato finale fu: 2-3 con lo United che riuscì a prendersi il primo atto della sfida.

Il Manchester riuscì a trionfare e la strategia di Ferguson funzionò alla perfezione. A Park fu così imposto di giocare allo stesso modo anche all’Old Trafford nella gara di ritorno quando il Manchester vinse addirittura 4-0, superando il turno, bloccando completamente Pirlo per 180 minuti. All’interno della sua autobiografia, l’ormai attuale allenatore della Juventus fu molto critico nei confronti di Ferguson per quella strategia usata nei suoi confronti: “Ferguson non ha potuto resistere alla tentazione – ha scritto – ha scatenato Park Ji-Sung per seguirmi. Deve essere stato il primo sudcoreano a propulsione nucleare della storia, nel senso che si è precipitato sul campo alla velocità di un elettrone”.

Pirlo nell’autobiografia: “Park era un oggetto rotante non identificato”

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