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Il 4 Marzo si celebra la memoria di Davide Astori, capitano della Fiorentina prematuramente scomparso nel 2018.

Tanti, Tutti, ricordano le sue gesta sportive ed il suo animo gentile.

Molti però non rimembrano Enrico Cucchi, promessa dell’Inter degli anni 80-90 strappato alla vita il 4 Marzo 1996.

PROMESSA NERAZZURRA – Approda all’Inter nel 1982 (classe 1965) e matura la cosiddetta esperienza tra campo e panchina. Titolare nella semifinale di andata di Coppa UEFA contro il Real Madrd (2-0 – GUARDA VIDEO), Cucchi vede comunque gli spazi decisamente stretti per poter spigionare il suo talento.

Empoli e Fiorentina sono le tappe del suo peregrinare calcistico, ma Trapattoni, dopo lo scudetto dei record, rivuole Cucchi nell’ovile nerazzurro. La sua serata di grazia è rappresentata dalla Supercoppa Italiana edizione 89-90: col 10 sulle spalle, spacca in due la partita, va in gol e mette in bacheca quello che resterà l’unico trofeo della carriera.

L’Inter non gli garantisce però lo spazio desiderato e le valigie sono ancora una volta fatte: destinazione Bari.

Nel capoluogo pugliese si iscrive anche a Giurisprudenza, con il pensiero rivolto anche alla vita post-calcistica: ennesimo esempio della maturità umana di Enrico Cucchi.

A Bari insorgono però anche i primi sintomi di quello che si rivelerà la partita più difficile da vincere. 3 anni a Bari, poi l’avventura in B col Ravenna nella stagione 93-94: 5 presenze ed il MALE metterà fine alla sua carriera calcistica.

Il 4 marzo del ’96, la sua ultima partita con la vita si interrompe e a ricordarlo in lacrime è il suo amico Beppe Bergomi:

«Enrico era uno a cui non si poteva non voler bene. Ho in mente la partita meravigliosa che giocò contro la Samp, facendoci vincere la Supercoppa italiana nell’89-’90. Mi piace ricordarlo così, in campo, da vincente».

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