Connect with us

L'OPINIONE

L’OPINIONE | Erika Eramo: “Aspettiamoci altre performances editoriali su Totti”


►ROMA – Il Ritiro dal calcio giocato di Francesco Totti continua a fare notizia a distanza di anni. Il 2017 è ormai lontano 4 anni, eppure “L’Evento” ha già regalato un DocuFilm ed una Serie TV.

Il Natale di Roma (21 Aprile), festa pagana, ricorrenza non cattolica che dunque ben si coniuga col Mondo del Pallone, da sempre Laica Religione di uno sterminato popolo di adepti che la creazione della SuperLeague Europea ha unito come non mai, rappresenta la succulenta occasione per parlare di uno dei simboli di Roma e della romanità: Francesco Totti, appunto.

PARERE AUTOREVOLE – Sulla piazza romana abbiamo un canale preferenziale, con Erika Eramo (Il “Semplice” Ruolo di Direttore di “Passione del Calcio” appare forse riduttivo viste le innumerevoli iniziative condotte e prodotte quotidianamente, ndr) che ancora una volte risponde “Presente!” alla Nostra Chiamata, palesando ancora una volta disponibilità e competenza senza pari (ringraziamento pubblico doveroso, ndr).

Chi meglio di Lei può far comprendere l’importanza del Numero 10 Giallorosso, dell’Ottavo Re di Roma all’ombra dei Colli Capitolini? Impossibile trovare corrispondente migliore, capace di sintetizzare al meglio i rumors del popolo ed il tam-tam mediatico generato dalle produzioni Editoriali del Pupone.

Argomento: la serie TV su Francesco Totti

D – Personalmente, il film di Alex Infascelli (Mi chiamo Francesco Totti, ndr) ha vinto scetticismo e perplessità della vigilia, riuscendo a generare affetto ed ammirazione sia nei confronti della figura dell’ottavo Re di Roma, sia sul giudizio oggettivo della pellicola che strappa emozioni anche nell’animo di chi NON mastica calcio… Ora c’è “Speravo de morì prima”: le promo campagne, così come le 6 puntate, mostrano una sorta di “macchietta” del Campione Totti, per non parlare della figura di Spalletti e di altri (Cassano su Tutti) . Non c’è il rischio di voler spremere fino all’ultima goccia una situazione ormai stranota non solo ai media? Tradotto: era meglio evitare?

R – “È il pubblico a decidere cosa è meglio evitare o no – questo l’incipit di Erika Eramo – Totti, a parte i meriti tecnici che condivide con altri pochi eletti del calcio italiano, è forse l’unico vero prodotto della modernità incentrata su sponsor e spettacolo (un altro che ci si avvicina molto è Bobo Vieri). Il nome Totti attira ed ha già in sé le stimmate del successo a prescindere se il film o la serie TV siano fatti bene o male. Perché così ravvicinati? Sono due operazioni commerciali completamente diverse: il primo una sorta di autobiografia cinematografica mentre la seconda è il focus sulla decadenza dell’impero Totti che, partendo dalle pagine di Condò, approda in tv. “Mi chiamo Francesco Totti” risulta più onirico mentre “Speravo de morì prima” come si evince dal titolo entra più tra le maglie del quotidiano.

La serie TV getta luce sullo scontro tra titani: non è solo la guerra, a tratti sorda a tratti con colonne western alla Sergio Leone, tra il capitano (Pietro Castellitto molto bravo nel riproporre gli sguardi e le smorfie del pupone) e Spalletti (uno strepitoso Gianmarco Tognazzi) ma quello ben più grande dell’esistenza, ovvero tra poesia e prosa. Chi vincerà tra le ragioni del cuore e della devozione giallorossa e quelle del mero risultato sul campo? Ma soprattutto… sono veramente contrapposte o, come sembra, anche a 40 anni suonati per una manciata di minuti Francesco dimostrava che la sua poesia era anche la miglior prosa da esibire?

Tornando alla domanda… forse trattasi di sovraesposizione ma è voluta perché funziona. Totti è il simbolo della romanità ma soprattutto del popolo: in lui le persone si ri-conoscono nel vero senso del termine, cioè tornano a conoscersi di nuovo e a credere che il sogno e’ possibile perché’ Francesco e’ uno di loro. Basti pensare agli squarci sulla religione che fa capolino simpaticamente nella vita del giocatore e della sua famiglia di tanto in tanto. C’è bisogno di ribadire tutto questo sentimentale afflato anche se ha smesso da poco? Perché invece il primo film su Baggio uscirà solamente il prossimo mese a 17 anni dal suo addio al calcio? Sono domande lecite ma dalla risposta ovvia. I due campionissimi più cristallini degli ultimi 30 anni infatti sono diametralmente opposti caratterialmente. Roberto è sempre rimasto dietro le quinte, riservato e schivo, ha sempre vissuto il successo mondano come qualcosa di parallelo in cui possibilmente non immergersi. Totti no, lo ha cavalcato in maniera sorniona e continua a farlo, coerentemente con il suo animo. C’è inoltre da dire che ad aiutarlo ci sono i tifosi romanisti, estremi nel bene e nel male, che rappresentano la leva ideale per far salire l’audience. Aspettiamoci altre performances editoriali, filmiche e non solo perché Totti (e i fans con lui) fa i botti.”

Trending

VUOI COLLABORARE CON NOI? [email protected]
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi.