18 Gennaio | TANTI AUGURI: Pep Guardiola

A 11 anni entra per la prima volta al Camp Nou da spettatore e pensa: “Pagherei milioni per giocare qui dentro”. Non passa molto tempo che deve trasferirsi da Santpedor proprio a Barcellona: il club blaugrana lo tessera. Josep entra ne La Masia, il che vuol dire avere una stanza praticamente dentro quello stadio gigantesco.

Il sogno non è realizzato, è appena iniziato. Serve un uomo chiave e arriva puntuale dall’Olanda: è il profeta del gol, è Johann Cruijff.

Inizia la rivoluzione: Josep entra in prima squadra nel 1990 e diventa “El Cerebro”, il cervello pensante di quello che sarà il Dream Team vincitore della Coppa dei Campioni del 1992, la prima nella storia del club. Non è veloce, ma ha un’intelligenza tattica fuori dalla media e dei tempi di gioco straordinari. Non basta, è anche leader nello spogliatoio e trascinatore in campo.

Intanto, con gli occhi ruba tutto ciò che può al suo mentore e, una volta appesi gli scarpini al chiodo, decide di cambiare per sempre il calcio.

Proprio come Crujiff è ossessionato dagli spazi vuoti e da come riempirli.

Inventa uno stile di gioco, il tiki-taka, e crea un ruolo che prima non si era mai visto sul rettangolo verde: il “falso nueve”.

L’epopea del suo Barcellona è leggenda, qualunque altro allenatore ha preso appunti dal suo modo di di schierare la squadra in campo.

Inutile fare una lista di quanti trofei ha sollevato in carriera, sia da giocatore che da tecnico. Possiamo solo limitarci a fargli gli auguri