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Parametro Zero: Ecco gli Acquisti Top dalla Sentenza Bosman


La Finestra invernale del Mercato diventa teatro di potenziali trattative che gravitano attorno al concetto di “Parametro Zero”: Acquistare con sconto a Gennaio, oppure aspettare Giugno e “comprare” senza versare un soldo nelle casse societarie altrui?

Dubbio amletico che attanaglierà sempre ogni dirigenza sportiva e scelta che spesse volte dipende quasi esclusivamente dal momento di forma in cui riversa la squadra acquirente.

Dal 1995 ad oggi, sono tanti i Colpi importanti messi a segno con questa pratica ed abbiamo voluto riassumerli in questo post in ordine cronologico:

GIANLUCA VIALLI
Uno dei primi a beneficiare della Legge Bosman: passato dalla Sampdoria alla Juventus, in bianconero ha avuto alterne fortune sino all’avvento di Lippi nell’estate del 1994. Con il viareggino in panchina, 1 Scudetto ed una Coppa dei Campioni da capitano. Ultimo atto della sua esperienza a Torino, perché a Giugno ’96 fa le valigie e vola a Londra alla corte di Gullit e del Chelsea. In campo non lascia un segno indelebile, ma in terra albionica costruisce la sua carriera di allenatore.

LUIS ENRIQUE
Bandiera del Real Madrid, in Italia molti lo conoscevano solo ed esclusivamente per aver preso una gomitata da Tassotti nel quarto di finale di USA 94 tra Italia e Spagna. 5 anni nella capitale spagnola non bastano al Presidente Sanz per rinnovargli il contratto; Lui fa “spallucce” e si accasa alla corte degli acerrimi nemici del Barcellona. 300 caps in blaugrana e Triplete centrato al primo colpo da Allenatore.

ROBY BAGGIO
Da Divin Codino a Coniglio Bagnato il passo è purtroppo brevissimo. Ripudiato dalla Juventus (il rapporto con Lippi non è proprio dei migliori e con Del Piero in rampa di lancio non sembra esserci più posto per lui) e sbolognato dal Milan (Capello, Tabarez, Sacchi e ancora Capello in panchina), decide di approdare proprio al… Bologna. Con Renzaccio Ulivieri non sono certo rose e fiori, ma con 22 reti fa sognare i tifosi del Dall’Ara e vola in Francia per i mondiali transalpini. In estate ritorna “tra i Big” vestendo la maglia dell’Inter, ma questa è un’altra storia…

SOL CAMPBELL
Un vero e proprio tradimento quello che si consuma nell’estate del 2001. Il capitano del Tottenham rifiuta un rinnovo da Sceicco e decide di andare agli acerrimi rivali dell’Arsenal per la ribalta europea. I tifosi degli Spurs lo etichetteranno per sempre come “Judas”. Con i Gunners però vince in patria e sfiora la Champions’ nel 2006. Sua la rete del momentaneo vantaggio dell’Arsenal, prima della rimonta blaugrana di Larsson e Belletti.

ESTEBAN CAMBIASSO
Estate 2004: la nascente Inter di Mancini piazza il colpo Veron a centrocampo. La Brujita è un fedelissimo del Mancio, ma la vera svolta la regala un centrocampista argentino proveniente dal Real Madrid dei Galacticos: Esteban Cambiasso. Nasce trequartista nel River, ma in Europa la musica ed i ritmi sono decisamente diversi. “El Cuchu” non fa una piega e dall’alto della sua sapienza calcistica diviene metronomo in grado di regalare equilibrio alle merengues. L’Inter lo prende a Parametro Zero tra lo scetticismo generale, ma sarà uno dei colpi a sensazione dell’era Moratti.

MARCOS CAFU
Nel 2003, Cafu sembra aver ormai speso il meglio della sua carriera. Il Milan però crede nell’affare e la Roma lo lascia andare dopo appena 3 stagioni. Il Pendolino, a 33 anni, continua a macinare chilometri e delizia il pubblico rossonero centrando la vittoria in campionato e ben due Finali Champions: una persa ad Istanbul (2005), una vinta ad Atene (2007) sempre contro il Liverpool.

JULIO CESAR
I portieri brasiliani, storicamente, non avevano mai garantito qualità. Gilmar fu l’eccezione, Taffarel l’unico in grado di sbugiardare i detrattori. Dida durò troppo poco, Julio Cesar raggiunse invece l’eccellenza. L’Inter lo preleva dal Flamengo a parametro zero e lo parcheggia 6 mesi al Chievo, all’ombra di Marchegiani. Nell’estate 2005, Mancini crede fermamente in lui e fa accomodare in panchina un Totem come Francesco Toldo. Il Mancio ha però ragione: senso scenico del ruolo, riflessi da Felino e piedi da trequartista. L’Inter blinda la porta che conduce allo storico triplete del 2010.

ANDREA PIRLO
Al Milan il tempo del “Maestro” è finito e la dirigenza rossonera crede che sia terminato anche il periodo aureo del centrocampista bresciano. La Juve lo acquista così a parametro zero e Pirlo diventa motore e cervello della Juve di Conte e dell’iniziale Juventus di Allegri. 5 Scudetti vinti ed una Finali di Champions’ League. Non era poi così finito…

PAUL POGBA
L’ultimo capolavoro della Juventus: un francese grande e grosso che ha mandato in brodo di giuggiole Sir Alex Ferguson. I bianconeri lo strappano poco più che maggiorenne al Manchester e lo fanno senza scucire un Euro. Lo valorizzano, lo fanno maturare accanto a Pirlo e Vidal; i bianconeri conquistano scudetti in serie e sfiorano anche una Champions. Dopodiché, lo vendono nuovamente al Manchester per 120 milioni di Euro, con i bianconeri che mancano di un soffio la Coppa dalle Grandi Orecchie nel 2017: Chapeau!

ROBERT LEWANDOWSKI
Tutte le strade portano a Monaco: questa la rivisitazione storica di un detto che sembra aver attecchito a Dortmund. Ogni grande giocatore allevato dai gialloneri sembra destinato a vestire la maglia della formazione più Titolata di Germania. Una prassi che sembra ormai divenuta regola negli anni 2000. Reus ha resistito alle lusinghe bavaresi, Gotze ha ceduto, ma portando soldi nelle casse giallonere; nel 2014 invece, uno dei centravanti più forti del panorama calcistico europeo saluta Dortmund e va a Monaco senza lasciare nemmeno uno spiccio…


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