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Zaniolo, i paragoni si sprecano: Capitan Futuro o Pupone? I romanisti sognano, ma…


Zaniolo sta letteralmente facendo sognare la capitale sponda giallorossa: gol e prestazioni convincenti, con la ribalta Champions che inevitabilmente amplifica tutto ciò che si respira.

Fatto il punto sulla fallace (ennesima) interpretazione nerazzurra (LEGGI ARTICOLO), a Roma iniziano a crearsi delle piccole divisioni: c’è chi sogna, abbandonandosi al fascino sempre romanzato del calcio, e chi invece non lo fa in maniera scientifica, quasi obbligando la sua indole da bambino sognatore a tacere, perché il risveglio e la susseguente caduta dopo cotanti pensieri stupendi (vedasi alla voce CESSIONE) sarebbe tanto fragorosa, quanto desolante.

Oltre alla divisione tra chi è stato sedotto dal talento del nuovo uomo copertina e chi non ammette di esser stato sedotto, perché travolto dal timore di esser nuovamente abbandonato, inizia a farsi largo anche una scissione tra chi immagina di poter rivivere il “Mito-Totti” e chi invece lo proietta in avanti con le stimmate di Nuovo “Capitan Futuro”.

Per tastare il polso all’ambiente capitolino, abbiam chiesto lumi ad Erika Eramo, direttore di PASSIONE DEL CALCIO e grande conoscitrice del panorama sportivo romano.

Come sempre, ha risposto con garbo e cortesia ai nostri quesiti e per questo La ringraziamo pubblicamente:

Cosa pensa di Nicolò Zaniolo?

“E’ un mix di qualità. Ha tecnica e potenza, ma ciò che veramente mi piace è il suo essere opportuno. Mi spiego meglio: è presente a se stesso, dà la sensazione di essere sempre connesso all’azione, si trova nel posto giusto al momento giusto, ha la testa di un uomo d’esperienza unita alla freschezza del principiante. Dato l’ambiente difficile in cui si trova non deve cadere nell’errore di farsi condizionare dall’eccessiva pressione mediatica, per non passare dalle stelle alle stalle al primo momento no. Al di fuori del rettangolo di gioco gli consiglio di fare esattamente il contrario di ciò che mette in pratica in campo: disconnettersi dalle opinioni di giornalisti, tifosi e (purtroppo) inevitabili haters per non disperdere preziose energie mentali”

Per molti Zaniolo è stato un colpaccio della Roma, per altri un grave errore dell’Inter. Dov’è la verità?

“E’ stato decisamente un colpaccio di Monchi. Almeno per questo i tifosi dovrebbero esultare non poco e ringraziarlo. Passando invece ai supporters nerazzurri non temete. Con Marotta sarà tutta un’altra musica ora”

Nella politica societaria della Roma, in particolare nelle ultime stagioni, c’è il pregio-vizio di valorizzare i calciatori per poi rivenderli a peso d’oro. Zaniolo avrà la medesima sorte oppure si ripartirà da lui come la bandiera giallorossa ammainata recentemente?

“Ho una visione molto romantica del calcio e mi auguro che per Nicolò non si cada nel vizio di valorizzarlo per cederlo. Per costruire una squadra forte si deve sempre partire da un punto d’appoggio e così risollevarsi agli occhi del mondo. Non possiamo già paragonarlo a Totti anche se capisco il cuore sanguinante dei romanisti. Ogni storia è a sé. Non nascerà più uno come Francesco, ma può esserci chi abbia le caratteristiche (bravura, carisma, attaccamento alla maglia) per diventare una nuova bandiera. Caricarlo di responsabilità, parlare della maglia numero 10 ora non solo non aiuta, ma è controproducente. Nessuna forza centrifuga, ma un moto centripeto che abbia in sé la forza per ripartire. Quel moto può essere proprio Zaniolo. Lo auguro a lui e a chi ci ha creduto fin dall’inizio.

In ottica Nazionale: meglio un Zaniolo valorizzato nella Roma, oppure Mancini spera che possa fare un grande salto magari in un Big Europea?

“Meglio un Zaniolo sempre, in qualsiasi squadra sarà. A Mancini non credo interessi se la doppietta in Champions la realizza con la maglia della Roma o della Juve. Il nostro ct ha dei giovani davvero interessanti. Zaniolo e Chiesa sono solo i primi di una lista sempre più cospicua. Speriamo bene, perché vorremmo tutti tornare a sognare quanto prima in azzurro.

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