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Occhio Pioli: quante analogie con Zaccheroni…

di Alessandro Maselli


Nonostante il contratto pluriennale, Stefano Pioli sembra essere al centro del valzer di panchine che, come ogni estate, catalizza l’attenzione degli addetti ai lavori e dei calciofili appassionati.

Dopo aver rilevato un Inter in stato confusionale, l’ex difensore della Juventus ha regalato compattezza, continuità e recuperato giocatori che sembrava decisamente al capolinea dell’avventura nerazzurra.

I risultati non sembrano tuttavia preservarlo dalle dicerie di mercato, con la Gazzetta dello Sport che sta divenendo battistrada della notizia che vuole Antonio Conte sulla panchina nerazzurra già dalla prossima stagione.

Le pagine dedicate quest’oggi dalla Rosea non devono aver lasciato indifferente il buon Pioli che, nonostante sia forte del contratto, dei risultati e della rinnovata fiducia della presidenza cinese, sembra non goda di particolare considerazione da parte della principale stampa sportiva nazionale.

LE ANALOGIE CON ZAC – Del resto, le conferma lasciano il tempo che trovano, con i contratti che non rappresentano certo vincoli ineludibili. Spesse volte le parole dei massimi dirigenti sono divenute vacue nel breve volgere di qualche mese ed in casa nerazzurra non sarebbe la prima volta.

E’ bene ricordare la stagione 2003-2004, quando Hector Cuper fu esonerato da Moratti dopo un 2-2 a Brescia che sembrava aver gettato l’Inter nello sconforto più totale. Moratti si affidò così a Zaccheroni, il quale ebbe un impatto devastante con la realtà nerazzurra, con il successo per 1-3 a Torino contro la Juventus (doppio Cruz e Martins) a costituire l’apice di rendimento.

Nel girone di ritorno vi furono alti e bassi, il più infimo fu lo 0-1 casalingo contro l’Empoli, ma fu proprio in Toscana (ultima giornata) che Zaccheroni centrò il quarto posto e l’incredibile qualificazione in Champions’ grazie alla doppietta di Adriano e al sigillo di Recoba nel 2-3 finale. Moratti promise la riconferma di Zac al raggiungimento di un 4°posto che ad un certo punto appariva impossibile, ma le promesse atte a tacitare le voci di un accordo già siglato con Mancini si sciolsero come neve al sole.

Quest’anno la storia appare la stessa, con il 3°posto che diviene il traguardo da raggiungere (difficilissimo, se non impossibile) per garantirsi una conferma in panchina al riparo da clamorosi intrusi; in casa Inter sperano che Pioli e la “sua” squadra (virgolette obbligatorie perché la squadra fu confezionata neanche da De Boer, ma proprio da Mancini) ottengano l’agognato traguardo… ma appare impossibile confidare nel rispetto delle promesse, è la storia che lo insegna…

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