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NOWnews | 4-0 all’andata, 6-1 al Ritorno: di chi la colpa?

L’UOMO NERO E’ IL BERSAGLIO


Ieri abbiam parlato delle esternazioni di Aurelio De Laurentiis, con le sue parole che hanno testimoniato tutta la natura provinciale della classe dirigente pallonara;

Oggi ci troviamo costretti a commentare un post-gara di una partita definita impossibile, storica, epica: la remuntada del Barcellona.

Inutile parlare della cronaca (chiunque conosce per filo e per segno l’andamento della sfida), quel che perplime è invece la velata polemica di una frangia di giornalisti e dell’entourage parigino circa la conduzione del direttore di gara.

Si parla di rigori concessi e penalty negati, di episodi che hanno condizionato l’esito finale della doppia sfida.

EMERY: LEGGI ARTICOLO

Quel che è certo si legge nel tabellone, con le 6 reti subite che non ammettono repliche. Imbastire una polemica sulla direzione arbitrale anche in partite del genere è ormai divenuto sport internazionale.

Negare l’evidenza dei propri errori ed aggrapparsi sempre a figure che ormai sembrano deputate a divenire capri espiatori non è accettabile.

Anche perché, come sostenuto nel post di ieri (LEGGI ARTICOLO DE LAURENTIIS), l’emulazione di tali comportamenti plasma e genera una cultura sportiva errata, dove la colpa viene sempre cercata, e scovata, in qualcun altro.

In tempi in cui i corsi motivazionali imperano e dove gli aforismi da pubblicare su facebook appaiono sempre più prerogativa di qualunque essere umano sulla terra, credo sia doveroso abbandonare la forma, le vacue parole, le sterili polemiche e pagare dazio dinanzi al crudo confronto con la realtà (in questo caso sportiva).

Accantonare le parole, le recriminazioni, essere critici nei confronti del proprio operato e rispettare la forza altrui: questi dovrebbero essere i capisaldi della cultura sportiva.

Tuttavia mettersi in discussione è sempre difficile, ma continuando a perpetrare questi concetti (che giornalisti e classe dirigente calcistica alimentano ad arte per i propri interessi) diventa sempre più arduo modificare una cultura sportiva sempre più radicata in qualunque campo di calcio: il complotto ed il vittimismo hanno ormai preso stabilmente il posto di parole quali “lavoro, pianificazione, organizzazione e rispetto”.

Una volta si emulavano le gesta tecniche, tattiche ed atletiche dei “Colleghi” maggiormente blasonati; adesso sui campi di provincia è caccia alla polemica, dove la recriminazione, la rissa verbale (nei casi più civili) sono divenuti strumenti importanti per avvicinarsi alle pratiche del calcio professionistico. Un piano inclinato che ha preso una china scoscesa che conduce ad un oblio etico difficilmente pronosticabile.

cartolinatuttocalcio360

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