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I COLPI DEL MERCATO

IL COLPO PIU’ ECONOMICO DEL MERCATO | 1997 | Checco Moriero approda all’Inter per un Milione di Lire

1997

Dopo 6 campionati a Lecce, 2 a Cagliari e 3 a Roma – media di 27 partite e 3 gol a stagione, rendimento quasi sempre alto – Sensi lo aveva scaricato senza rimpianti: troppo costoso e, forse, troppo italiano. Per acquistarlo dal Cagliari la Roma aveva speso 8 miliardi oltre alla metà di Steven Torbidoni, giovane centrocampista romano dal nome esotico. Due anni prima il Cagliari l’ aveva pagato 5 miliardi e mezzo dal Lecce, eppure a un consigliere d’ amministrazione gli 800 milioni l’ anno del contratto triennale parvero troppi: hai fatto una rapina a mano armata, dissero a Moriero, sopportato fino al dicembre ‘ 96, quando saltò la cessione alla Fiorentina, la Roma perse qualche miliardo e lui diventò un calciatore da far giocare il meno possibile, visto che a giugno se ne sarebbe andato gratis, in scadenza di contratto. Ma il vero paradosso era in agguato: mentre Sensi ingaggiava Zeman, grande estimatore di Moriero impossibilitato ancora una volta ad allenarlo, il 2 giugno ‘ 97, a Milano, durante una cena con i dirigenti di West Ham e Coventry che duellavano per lui, fu raggiunto da una telefonata del Milan: la mattina dopo firmò un triennale da 1 miliardo e 600 milioni. L’ 11 luglio era in vacanza al mare, quando il suo procuratore Vincenzo D’ Ippolito gli prospettò la nuova, imprevedibile offerta: per lasciare Cruz al Milan, l’ Inter voleva proprio Moriero, che fu convinto dall’ amico Petrachi – ex giocatore di Simoni alla Cremonese – ad andare incontro alla sua fortuna. Trasformato il prestito in comproprietà alla simbolica cifra di un milione, a novembre il Milan, alla ricerca di un attaccante, si aggiunse alla Roma nella lista dei rimpianti: per avere Ganz pagò a Moratti 3 miliardi e la seconda metà di Moriero, valutata 5 miliardi. Nel frattempo il piccolo riccioluto tacciato di dribblomania è diventato la nuova ala destra della nazionale e il suo contratto fino al ‘ 99 – 1 miliardo e 800 – sarà presto adeguato. “I paragoni con il passato non hanno senso, ma certo era dai tempi di Donadoni che la nazionale non aveva un fantasista vero, in grado di variare il gioco”. Le parole di Causio, leccese come Moriero e illustre esponente della dinastia dei grandi numeri 7, sono un’ investitura

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[fonte:repubblica.it]

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