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COPPA CAMPIONI

20 Marzo 1991 | Costacurta: «A Marsiglia, Galliani si sacrificò…»

20.03.1991 – █ MARSIGLIA – L’1-1 del match di andata impone al Milan di fare risultato al Velodrome; i Campioni d’Europa in carica (anzi, i Bi-Campioni, ndr) non riescono però a fare breccia nelle retroguardia transalpina e al minuto 75, cross di Pelè e diagonale al volo di Waddle che impallina Rossi.

1-0 e qualificazione complessa per i rossoneri, che a due dalla fine abbandonano il campo per “ordine” di Adriano Galliani.

Lo spegnimento di un riflettore fa scendere in campo il dirigente rossonero che ritira la squadra a caccia di una vittoria che non ci sarà…

Cala così il sipario sul Milan di Sacchi in quella che rappresenta certamente la serata più BUIA della storia rossonera…


Venticinque anni dopo il clamoroso e celebre episodio di Marsiglia, quello dei riflettori dello stadio Vélodrome e dei giocatori rossoneri spinti da Adriano Galliani ad abbandonare il campo nel finale (e che costò al Milan un anno di esclusione dalle Coppe europee), La Gazzetta dello Sport ha intervistato (dichiarazione del 2016) Alessandro Costacurta, uno dei protagonisti di quel Milan, presente quel giorno in Francia:

«Eravamo convinti che fosse una scelta condivisa col delegato Uefa. Eravamo pronti a giocare, poi arrivò Galliani e ci disse di rientrare negli spogliatoi. La luce era ritornata, mancava pochissimo e il Marsiglia si stava qualificando in modo meritato. Nessuno di noi voleva fuggire o cercare una scorciatoia… La squadra è uscita convinta che c’era un accordo in quel senso. Abbiamo scoperto l’amara verità dai giornalisti, dopo la doccia. C’è cascato il mondo addosso. Ricordo ancora la faccia scura di Arrigo Sacchi. Da quel momento in avanti eravamo consapevoli di aver preso parte a una imbarazzante sceneggiata. Sono passati 25 anni, ma quella macchia non si cancellerà mai»

Ma fu Galliani a prendere quella decisione, senza il parere di Silvio Berlusconi? “Non credo sia possibile. Galliani riunì la squadra il giorno dopo e ci chiese scusa, parlò di un suo errore di valutazione. Secondo me una responsabilità del genere non poteva essere stata presa solo dal vicepresidente. Anche perché se fosse andata così, allora avrebbe pagato con il licenziamento. Diciamo che Galliani si è “sacrificato”, prendendosi tutte le colpe. Ma io ho un’altra idea: l’ordine arrivò da Arcore. Anche altri miei ex compagni la pensano allo stesso modo. Quella uscita dal campo fu davvero una figuraccia, ma non mi sento responsabile. Nessuno dei giocatori lo è stato: se avessimo saputo che quella era una scelta unilaterale, avremmo finito la gara. Gente come Baresi, Maldini, Gullit non aveva paura di andare contro la dirigenza, specie se era convinta di fare una cosa giusta”.

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