Connect with us

AMARCORD

27 Aprile | Il Calcio Ricorda Un Mito come Vujadin Boskov


Il 27 Aprile 2014 il Mondo del Calcio saluta uno dei suoi esponenti più enigmatici e meno banali: Vujadin Boskov.

In un mondo ingessato e monocorde come quello degli allenatori, l’avvento di colui che nacque il 16 Maggio 1931 e Begec (allora Jugoslavia) costituì un vero e proprio terremoto.

Dopo una carriera da calciatore più che dignitosa (esordi con il Vojvodina, Argento ai Giochi Olimpici 1952 si Helsinki e addirittura una stagione |61-62| nella Sampdoria), Boskov fece il definitivo salto di qualità sedendo in panchina.

Esordì sulla panchina della “sua” Vojvodina e la condusse alla prima vittoria del campionato jugoslavo nel 1965-66; dopo 7 anni guidò la Nazionale del suo paese, ma fu eliminato ai play-off degli Europei 1972 dall’Unione Sovietica.

La prima avventura fuori dai confini nazionali fu in Olanda, con il Den Haag e nel 74-75 vinse la Coppa d’Olanda. Esperienza anche nel Feyenoord, avara però di successi.

La Liga attendeva però Vuja, con Real Saragozza prima e Real Madrid poi che divennero casa sua. 1 Campionato Spagnolo (79-80) e 2 Coppe del RE (79-80 / 81-82) con la Casa Blanca, nonché una finale di Coppa Campioni persa contro il Liverpool nel 1981. L’esperienza spagnola terminò sulla panchina dello Sporting Gijon, prima della grande parentesi italiana.

Nello Stivale italico si mise in luce con l’Ascoli, vincendo il campionato di B nel 1985/86. Un titolo che gli aprì le porte della Sampdoria: 7 anni con i blucerchiati conditi da uno Scudetto, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa delle Coppe e 2 finali perse: Coppa Coppe e Coppa Campioni, entrambe contro il Barcellona.

Salutò la Samp nel 1992, destinazione Roma e con i giallorossi fece debuttare Francesco Totti. La Carriera seguì la sua parabola discendente con Napoli, Servette, ancora Sampdoria, Perugia e Jugoslavia.

CELEBRI LE SUE FRASI – Nel periodo italiano, oltre al grande palmares confezionato, fu un vero e proprio mattatore, con le sue dichiarazioni che non solo regalavano Titoli a raffica, ma sono entrate in pianta stabile nel gergo calcistico. Un artista, un Maestro che manca davvero tanto al Mondo del calcio.

Queste le sue Mitiche Frasi:

” Rigore è quando arbitro fischia.”

“Giocatori Vincono, Allenatori Perdono”

” Io penso che per segnare bisogna tirare in porta.”

” Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla Scala di Milano.”

” Pallone entra quando Dio vuole.”

” Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calcio.”

” Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.”

” Un grande giocatore vede autostrade dove altri vedono solo sentieri.”

” Un giocatore con due occhi deve controllare il pallone e con due il giocatore avversario.”

” (Quando Gulli arrivò alla Samp) Gullit è come cervo che esce di foresta.”

” (Quando Gullit tornò al Milan) Gullit è come cervo ritornato in foresta.”

” Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria.”

” La zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona. Dov’è lo spettacolo?”

” Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello.(in risposta ad un giornalista che paventava la retrocessione del Napoli allenato da Boskov)”

” Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica.”

” Vedere giocare Sampdoria è come sentire bella musica.”

” Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo (all’epoca giocatore del Genoa).”

” (Dopo la rettifica) Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane.”

” Se mettessi in fila tutte le panchina che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.”

” Un 2-0 è un 2-0, e quando fai 2-0 vinci.”

” La partita finisce quando arbitro fischia.”

” Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti.”

” Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma anche compagni.”

” Chi non tira in porta non segna.”

” Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.”

” Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio.”

” In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto.”


 

Trending

VUOI COLLABORARE CON NOI? [email protected]
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi.