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AMARCORD

13 Marzo | Auguri Pitbull! EDGAR DAVIDS


Ha vestito le maglie di Milan, Juventus e Inter, oltre a quelle tra le altre di Ajax Barcellona, vincendo praticamente tutto. Eppure la carriera di Edgar Davids non è stata sempre in discesa, anzi. Un po’ per sfortuna, un po’ per un carattere decisamente particolare che gli è valso il soprannome di Pitbull, affibbiatogli da Louis Van Gaal già ai tempi dell’Ajax.

Nato in Suriname, allora colonia olandese, Davids cresce in una famiglia umile. Il padre fa lo scaricatore di porto, mentre la madre è una donna delle pulizie. Una volta trasferitosi ad Amsterdam, il piccolo Edgar inizia a tirare calci ad un pallone nelle giovanili dei Lancieri, con cui esordisce in Eredivisie non ancora maggiorenne. Vince tre titoli olandesi, una Coppa UEFA, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.

Il primo incrocio con l’Italia avviene in Champions League. Davids infatti vince la finale contro il Milan nel 1995, mentre un anno dopo è titolare a Roma quando la Juventus alza al cielo per l’ultima volta la Coppa dei Campioni. Il Pitbull quella sera del 22 maggio 1996 è il primo rigorista dell’Ajax ma si fa ipnotizzare da Peruzzi, spianando la strada al trionfo bianconero. Qualche settimana dopo a portarlo in Serie A è proprio il Milan.

IL FLOP AL MILAN, COSTACURTA E ‘UNA MELA MARCIA’

Davids arriva in rossonero a parametro zero dall’Ajax grazie alla sentenza Bosman in un pacchetto che include anche il compagno Reiziger, mentre l’anno dopo a fare lo stesso percorso saranno Patrick Kluivert e Bogarde. Tutti gioielli della squadra che aveva battuto il Milan nella finale Champions del 1995, ma nessuno capace di sfondare in Serie A. Un po’ per limiti propri, un po’ perchè i rossoneri non vivono certo le stagioni migliori della loro storia.

Il Pitbull fatica a inserirsi nello spogliatoio, ma fino a febbraio riesce comunque a trovare spazio nelle rotazioni dell’allora tecnico rossonero Tabarez finché un  pomeriggio a Perugia la sua prima stagione italiana viene interrotta bruscamente: Luca Bucci esce a valanga e gli procura la frattura di tibia e perone. Un intervento che scatena le polemiche, obbligando il portiere a difendersi.

“Ho la coscienza a posto, tant’è che nessun giocatore del Milan, durante la partita o dopo, mi ha rimproverato o detto qualcosa. Io non sono uscito per fargli male, ma solo per coprire il più possibile la porta”

L’olandese si opera subito, recupera a tempo di record e torna in campo a fine agosto per l’inizio del nuovo campionato. La scintilla col Milan però non scocca, tanto che a gennaio i rossoneri decidono di cederlo alla Juventus per 9 miliardi di vecchie lire e senza troppi rimpianti. Anzi. Nasce così la leggenda secondo cui Costacurta avesse individuato proprio in Davids la mela marcia dello spogliatoio, leggenda chiarita dal diretto interessato qualche tempo dopo in un’intervista a ‘Urban’.

“Un giorno nel salone di Milanello un dirigente ci dice che la società vuole mantenere un certo profilo e che “le mele marce non sono bene accette”. Usciamo e un cronista mi chiede: “Novità?” Io rispondo: “Ma niente di che, ci ricordano che non vogliono mele marce”. Quella sera però il Milan annuncia la cessione di Davids alla Juve. E io leggo il titolo “Milan: via Davids”, e il sottotitolo “Costacurta: al Milan niente mele marce”. Così risulta che io ho fatto cacciare un ragazzo che si allenava bene, non rompeva le palle e che nemmeno conoscevo a fondo, era arrivato da poco ed era stato infortunato un sacco di tempo”. 

Lo stesso Costacurta però ammetterà al ‘Corriere della Sera’ come il rapporto col Pitbull non sia mai decollato: 

“Il compagno più deludente? Edgar Davids. Quello che meno si è adattato al nostro spogliatoio”.

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