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AMARCORD

11 Ottobre | TANTI AUGURI | Hans Peter Briegel


•«Ai miei nipoti racconterò per filo e per segno tutte le tappe del mio magnifico scudetto con il Verona•»

E’ stato come guardare laggiù, verso l’orizzonte del calcio, fissando il punto esatto in cui due mondi del pallone si incontravano, uno fatto di fotografie in bianco e nero e ricordi frammentati, l’altro di immagini nitide magari ripetute alla moviola. Su quella linea camminava lui, Hans Peter Briegel, il decatleta. Il calciatore che aveva addosso il talento del calcio antico, fatto di tecnica e giocate individuali, e la forza di quello moderno, che richiedeva una buona dose di atletismo, ovvero polmoni d’acciaio, guizzi da velocista e cuore da mezzofondista. Sgraziato, ma praticamente perfetto.

Hans-Peter Briegel nasce a Rodenbach l’11 Ottobre 1955. Sin da giovane pratica attività sportiva segnalandosi come buon decathleta (il suo primato personale a 18 anni non sfigura ancora oggi al confronto del record italiano). E’ all’età di diciassette anni che il giovane Hans-Peter comincia a dedicarsi al calcio, militando nel Rodenbach, squadra del suo paese natale. Colpito dalle capacità atletiche e dalla prestanza fisica del giovane Briegel il Kaiserslautern lo ingaggia all’età di 20 anni.

Gli esordi sono tutt’altro che semplici: accolto da bordate di fischi, soprannominato per dileggio •«il gorilla•», il giovane attaccante si trasforma via via in difensore con licenza di attaccare. Gli stessi tifosi della squadra tedesca lo insultano gridandogli:•«Vai fuori, gorilla, torna ad arare i campi. Ma Hans-Peter Briegel ha carattere e capacità per dimostrare il suo vero valore tanto da guadagnare ben presto, oltre alla stima dei tifosi, anche la nazionale maggiore.Ed è proprio con la nazionale che si fa conoscere a livello internazionale: è il giugno del 1980 e in Italia si stanno disputando i campionati Europei di calcio. Briegel guida magistralmente la difesa della Germania Ovest che conquista il massimo trofeo continentale per nazioni.

Se a livello di club non ottiene grandi soddisfazioni (il Kaiserslautern non è infatti in grado di contrastare squadroni come Bayern Monaco ed Amburgo) è ancora con la nazionale che Hans-Peter ha la possibilità di ottenere risultati prestigiosi. Ai mondiali di Spagna ’82 la corazzata tedesca è ancora una volta protagonista ma deve arrendersi in finale alla superiore tecnica dell’Italia trascinata da uno strepitoso paolo Rossi. Per Briegel è una grande delusione ma il nostro dimostra ancora una volta di avere carattere e la stagione ’82/83 è una delle migliori con la maglia del Kaiserslautern.

Finalmente nell’estate del 1984 gli viene offerta l’opportunità di giocare in un campionato più competitivo di quello tedesco: è il Verona di Bagnoli a volerlo e il buon Peter si presenta con entusiasmo in riva all’Adige. L’accoglienza da parte della stampa non è certo benevola: l’acquisto viene definito quantomeno incauto e Briegel non pareva poter offrire molto di più di una sgraziata prestanza fisica. Ma il difensore della nazionale tedesca, raggiunta la maturità calcistica, stupisce tutti; schierato come mediano, sa annullare la mezzapunta avversaria (impeccabile la sua marcatura su Maradona), avviare la manovra con lunghi lanci e ribaltare il fronte del gioco con poderose progressioni spesso concluse da terrifficanti conclusioni in gol. Meraviglioso cocktail di tecnica e forza fisica, Briegel si rivela una delle pedine fondamentali del Verona scudettato mettendo a segno ben 9 reti. L’anno successivo Briegel è protagonista di un’altra buona stagione con la maglia dell’Hellas. Nell’estate dell’86 passa alla Sampdoria di Mantovani dove conquista la Coppa Italia. La sua carriera è ormai sul viale del tramonto e nell’88 lascia l’Italia.

Amante delle cose semplici come le bicchierate con gli amici e il gioco alle carte Briegel rimane ancora oggi uno dei giocatori più amati dai tifosi gialloblu. Nel sondaggio di •»solohellas•« è risultato come il miglior centrocampista gialloblu del secolo.

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