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04 Ottobre 2021 | Addio Bernard Tapie! L’OM gli deve praticamente tutto

Bernard Tapie è morto a 78 anni dopo una lunga malattia. E’ stato un imprenditore simbolo della Francia degli anni ‘80, un «rapace» della finanza, specializzato nell’acquisizione di società in gravi difficoltà economiche.
Nella sua vita da uomo d’affari (ma è stato anche politico e ministro della Repubblica francese sotto la presidente di François Mitterrand) Tapie ha scalato il colosso dell’abbigliamento sportivo Adidas e d è stato presidente dell’Olympique Marsiglia, campione d’Europa nel 1993 (la prima squadra di Francia a riuscire nell’impresa), con la vittoria in finale a Monaco di Baviera per 1-0 contro il Milan di Fabio Capello. E’ stato anche attore e nel 2012 era diventato editore, con l’acquisto del gruppo del quotidiano francese La Provence e di altre testate locali.

L’avventura con l’OM e la prima Champions League per la Francia

Il nome della «fenice» Bernard Tapie, resterà indissolubilmente legato all’Olympique di Marsiglia, di cui è stato presidente dal 1986 al 1994. Conquistò con la squadra biancoceleste la prima Coppa dei Campioni per la Francia (anzi la prima Champions League, vistò che proprio quell’anno, era il 1993, la competizione aveva cambiato denominazione) prima di venire travolto da uno scandalo di corruzione che fece precipitare l’OM in seconda divisione e costringere lo stesso Tapie alle dimissioni.
La vittoria del 1993 resta l’unica Champions vinta da una squadra francese: nemmeno il Psg degli emiri, malgrado le fortune investite per assicurarsi giocatori e tecnici al top, è mai riuscito nell’impresa.

Tapie era nato a Parigi il 26 gennaio 1943, durante la sua gestione il Marsiglia vinse quattro scudetti consecutivi dal 1989 al 1992, una Coppa di Francia nel 1989 e una Coppa dei Campioni nel 1993, dopo essere stato finalista nel 1991 (sconfitto, a Bari, ai rigori dalla Stella Rossa di Belgrado).
A lui si deve la scoperta di grandi nomi del calcio francese e mondiale, come Jean-Pierre Papin, Pallone d’oro 1991, Abedi Pelé, Pallone d’oro africano nel 1991, 1992 e 1993, Didier Deschamps, Marcel Desailly, Fabien Barthez, Jocelyn Angloma, Franck Sauzee, l’uruguaiano Enzo Francescoli e l’inglese Chris Waddle.
L’imprenditore ha chiesto di venire sepolto a Marsiglia, la città del cuore.

Lo scandalo Valenciennes e le due vittorie contro il Milan in Europa

Nel 1994 Tapie venne coinvolto e poi travolto dal cosiddetto «affaire VA-OM», una vicenda di corruzione avvenuta l’anno precedente, in cui emerse che alcuni giocatori del Valenciennes erano stati corrotti da tesserati marsigliesi perché perdessero una gara di campionato in cambio di soldi, in modo che i giocatori del Marsiglia risparmiassero energie in vista della finale europea contro il Milan.
La vicenda costò la retrocessione d’ufficio al Marsiglia e l’interdizione per Tapie, che di fatto chiuse così la sua avventura nel calcio, malgrado un ritorno incolore all’OM nel 2001, da azionista di minoranza. La partita truccata con il Valenciennes gli costò una condanna per complicità in corruzione e subornazione di testimone: Tapie passa quasi sei mesi in carcere.

L’Olympique Marsiglia ha segnato due pagine dolorose anche per il Milan «stellare» di Silvio Berlusconi: nel 1991 l’armata rossonera guidata da Arrigo Sacchi si inceppò a San Siro contro il Marsiglia di Tapie (e di tanti talenti, a cominciare dal Jean-Pierre Papin, «JPP», futuro rossonero): al Meazza finì 1-1. Il ritorno, al Velodrome, è la famosa partita del «blackout»: sull’1-0 per i padroni di casa (Waddle), i riflettori andarono i tilt per qualche minuto, a pochi minuti dall fine, convincendo Adriano Galliani a ritirare la squadra (con conseguente sconfitta a tavolino e squalifica del Milan dalle competizioni europee per la stagione successiva).
Due stagioni dopo, invece, Milan e OM si incontrarono in finale: il 26 maggio del 1993, a Monaco di Baviera (Olympiastadion), finì 1-0 per i provenzali, con rete del difensore Basile Bolì. Fu anche l’ultima partita di Marco van Basten con la maglia rossonera prima del ritiro per i problemi alla caviglia: l’attaccante olandese partì titolare e fu sostituito all’85’ da Stefano Eranio. Un dolore nel dolore.

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