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04 AGOSTO | Auguri Latorre! “Farà Meglio di Baggio”: l’anatema di Cecchi Gori

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DIEGO LATORRE

“Abbiamo preso un fenomeno”, annunciò Vittorio Cecchi Gori, come al solito misurato nelle sue esternazioni.

“Sono il nuovo Maradona”, disse il putto senz’anima Diego Latorre, che evidentemente si era lasciato prendere dall’entusiasmo del suo nuovo presidente: facciamo a chi la spara più grossa? 

“Farà meglio di Baggio”, giurò il Cecchi Gori trionfante nel suo doppiopetto grigio antracite stretto di spalle. Non fece meglio di Baggio. Non fece neanche peggio. Non fece, tutto lì.

In Argentina lo chiamavano “Gambetita” (Finta). E lui quello fu: una finta, uno scherzo, uno sberleffo, una patacca.

“Dai un voto alla tua tecnica”, gli chiese un giornalista. “Dieci”, rispose. E dava l’idea di essersi tenuto basso. Il giornalista non si arrese: “Dai un voto al tuo dribbling”. Latorre ci pensò su un attimo, ma uno solo. “Dieci“, rispose come colto da una rivelazione. Era terribilmente serio. Il giornalista non osò andare oltre.

“Sono un numero 10 che segna e fa segnare”. Non segnò, non fece segnare. “Resterà alla Fiorentina per sempre”, lo difese Cecchi Gori quando il nostro ammuffiva in panchina, e intanto il “pres” si diede da fare per trovare qualcuno cui rifilare il bidoncino. “Con Batistuta mi esalto: noi due ci intendiamo a occhi chiusi”, profetizzò “Gambetita”. Talmente a occhi chiusi, che in campo non si videro mai.

“Non è vero che faccio la dolce vita”, da lì in poi cominciò a cercare alibi. “Sono un tipo serio, io”, confessò con aria contrita il fidanzato ufficiale di Zulemita, la figlia del Presidente della Repubblica Argentina Menem, quando gli spiattellarono davanti al viso la copertina di un settimanale scandalistico dove appariva aggrappato come un koala a una nota spogliarellista di stanza in Toscana.

“Maiellaro non mi preoccupa”, disse alla fine dei suoi giorni fiorentini e tutti capirono che oltre non si poteva andare, come si era permesso di scomodare la classe bastarda del foggiano dai piedi dolci Pietruzzu Maiellaro?

Diego Latorre detto “Gambetita” rimase alla Fiorentina dal settembre del 1992 al febbraio del 1993. In sei mesi si alzò dalla panchina e scese in campo due volte, per un totale di diciotto minuti.

[FONTE: Bidoni – L’incubo” di Furio Zara]

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