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I DERBY DEL MONDO | di Roberto Corbo | Puntata n°04: LIVERPOOL

LIVERPOOL

Articolo di Roberto Corbo

Quando si parla di hooligans, il richiamo della memoria alla tragica notte dell’Heysel è inevitabile. Per cui può destare un certo stupore sapere che il derby di Liverpool si sia consegnato alla storia come “The friendly derby”, ovvero il “derby amichevole”.

È pur vero che quando nella letteratura calcistica si affibbiano certe etichette, il rischio di alimentare clichè e falsi miti è dietro l’angolo. Intendiamoci: Liverpool-Everton non è una partita come le altre. I protagonisti in campo se le danno di santa ragione (questo derby detiene il record dei cartellini rossi in Premier), ma raramente le cronache fanno registrare punte di alta tensione o memorabili episodi di violenza che purtroppo sono diventati una spiacevole consuetudine di molti derby in tutto il mondo. È sempre stato così anche durante i turbolenti anni ’80, quando le intemperanze delle frange più violente delle tifoserie Reds e Blues, seminavano il panico negli stadi inglesi e di tutta Europa.

Sarà forse perché le due tifoserie non mai state divise da barriere di nessun tipo. Di fatto, l’imprinting sociale, politico, economico e religioso è lo stesso e questa è una quasi peculiarità nell’arena dei supporters di squadre di calcio del Regno Unito.

Il Liverpool nasce nel lontano 1892 da una costola dell’Everton. I motivi furono alcune insanabili divergenze in seno alla dirigenza del tempo, ma la separazione non ha mai avuto strascichi. Da allora le due società hanno sempre mantenuto buoni rapporti di vicinato e le rispettive tifoserie si sono adeguate a questo clima di sostanziale rispetto reciproco.

Né ci sono alle origini particolari antagonismi, figli di una chiara identificazione geografica e sociale all’interno della città, come avviene ad esempio a Siviglia, Vienna o a Glasgow. Sugli spalti dell’Anfield, il tempio del calcio del Liverpool, o del Goodison Park, che è la casa dell’Everton, non è raro scorgere gruppi misti reds e blues provenienti dallo stesso quartiere, se non addirittura intere famiglie divise dalla fede calcistica. Si sta lì, gomito a gomito, ad incitare i propri beniamini, senza lanciare slogan ingiuriosi o esporre striscioni provocatori all’indirizzo degli avversari.

Nella sostanza quindi non c’è una accesa rivalità per il primato cittadino – anche se va detto, il Liverpool può vantare un palmares più ricco –  ma è proprio per questo che molti ritengono questo fair play una sorta di tacito compromesso motivato da un’altra solida giustificazione: la santa alleanza contro il “nemico” comune della città. Quella contro Manchester infatti è una ostilità che va oltre il calcio e che affonda le sue radici su antiche questioni economiche: Liverpool è storicamente uno dei porti più importanti non solo del Regno Unito, ma vede Manchester ed il suo Canal Ship, collegato con il grande estuario del Mersey, come una costante minaccia per la leadership degli scambi commerciali via mare.

Nel recente passato c’è stata una sola parentesi – la tragedia dell’Heysel – in cui le due metà di Liverpool si sono tenute a distanza, ma ironia della sorte, fu un’altra giornata drammatica, cinque anni dopo, a rinsaldare il legame tra le due tifoserie.

Siamo nel 1989. Allo stadio Hillsborough di Sheffield si svolge la finale di Coppa di Lega tra il Liverpool ed il Nottingham Forest. Lo stadio è stracolmo, anche oltre la capienza massima. Il crollo di una parte delle tribune provoca la morte di 96 persone, in gran parte tifosi reds.

Ma al dramma si aggiunge la beffa. Nei giorni successivi, il Sun, noto per le sue campagne scandalistiche, getta benzina sul fuoco scaricando sui tifosi del Liverpool òa piena responsabilità di quanto accaduto. Le accuse sono pesanti: intralcio ai soccorsi, attacchi alla polizia e ai soccorritori e, addirittura, atti di sciacallaggio sui corpi inermi delle vittime.

La polemica divampa ma in tempi ragionevolmente brevi le accuse del tabloid si rivelano un bluff creato ad arte per coprire le gravi responsabilità della polizia e degli organizzatori. Le indagini si avvarranno anche del contributo dei Toffes, i tifosi dell’Everton, i quali garantiranno agli inquirenti testimonianze e documenti fondamentali per demolire il teorema del Sun e riscrivere la verità su quanto accaduto.

 

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