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I DERBY DEL MONDO | di Roberto Corbo | Puntata n°03: VIENNA

VIENNA

Articolo di Roberto Corbo

Oggi sono poche le città al mondo in grado evocare l’immagine di un’eleganza maestosa e sofisticata. Tra queste c’è sicuramente Vienna perché è il luogo dove i miti della sua gloriosa storia – architettura, arte e musica – hanno mantenuto immutato il loro fascino.

Ma i viennesi non si specchiano solo nei riflessi del passato. Oggi Vienna è una realtà dinamica ed efficiente che occupa stabilmente il gradino più alto delle classifiche dei luoghi più vivibili del pianeta. Tenore di vita, stabilità politica e sociale, cultura, basso tasso di criminalità, istruzione, trasporti, accesso alle cure sanitarie: nessuno al mondo può offrire di meglio.

Inutile aggiungere altro, anche perché su Vienna è stato detto tutto. Molto meno è stato detto sul suo derby. Sarà forse perché l’”Austria del pallone” non ha mai vissuto stagioni particolarmente esaltanti; sarà forse perché nessuna stella del calcio ha mai giocato in Austria. Semmai è stato qualche buon giocatore austriaco – Krankl, Prohaska – ad emigrare in qualche club europeo.

Sta di fatto che la letteratura calcistica ha quasi sempre snobbato le vicende di una rivalità, quella del Wiener Derby, la cui storia, sicuramente meno blasonata di altre in Europa, può vantare un’antica tradizione: dopo l’Old Firm di Glasgow, è il derby con più edizioni disputate.

La sfida tra i “gruner” del Rapid e i “veilchen” dell’Austria si infiamma a partire dagli anni ’60. Prima di allora la Vienna calcistica era popolata da una galassia di squadre che raramente riuscivano a scalfire la supremazia delle due società più titolate. Di tanto in tanto il First Wien interpretava il ruolo del terzo incomodo, ma la vera rivalità si misurava solo sull’asse Rapid-Austria, anche perché l’odio reciproco tra le due tifoserie ha sempre avuto la precedenza su tutto.

E la ha ancora visto che il Wiener Derby, in paradossale contrasto con l’immagine di una metropoli serafica, fa spesso registrare gravi episodi di violenza, contenuta a fatica dalle forze dell’ordine.

Rapid-Austria nasce nelle pieghe di un antagonismo di natura sociale: la Vienna popolare del quartiere Hütteldorf, lo zoccolo duro della tifoseria del Rapid contro la Vienna borghese del quartiere Favoriten, quella dei viola dell’Austria.

I toni di questa “lotta di classe” tra le due tifoserie si radicalizzano durante il ventennio più tormentato della storia del dopoguerra. Negli anni ’70-’80, in Europa soffia il vento impetuoso del conflitto sociale e politico che arriva a scuotere persino la regale Vienna. In questo scenario inquieto la violenza trova terreno fertile tra le frange più estreme delle due tifoserie e il Wiener Derby viene strumentalizzato anche per finalità extra-calcistiche.

Oggi le tensioni sociali di quella fragile parentesi storica si manifestano in una versione molto più sbiadita. Nel corso dei decenni i quartieri simbolo delle due tifoserie hanno gradualmente subito una metamorfosi demografica ed urbanistica.

Non per questo l’eterna rivalità tra le due fazioni calcistiche è scemata; ha solo cambiato pelle, ha assunto etichette e ritualità politicamente meno esplicite per ridursi ad un mero “conflitto” tra due enclave orgogliosamente antagoniste.

È uno scontro ridotto alla forma più semplice che oramai è impossibile imbrigliare in un qualsiasi schema.

È l’eterno “Wir gegen dich”.“Noi contro voi”.

A prescindere.

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