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COPPA CAMPIONI

26 Maggio 1999 | 180 secondi: Ordinaria Follia a Barcellona


di Roberto Corbo

La sera della semifinale persa dall’Inghilterra ai mondiali del ’90, la stella del calcio inglese, Gary Lineker, in preda allo scoramento, si lasciò andare ad un sarcastico commento, divenuto uno degli aforismi più celebri nel mondo della pedata: “Il calcio è uno sport molto semplice, dove 22 uomini rincorrono la palla per 90 minuti, e alla fine vincono i tedeschi”.

Cosa c’entra tutto questo con una finale di Champions League? C’entra e come!

Ma andiamo per ordine.

Il 26 maggio del 1999, a Barcellona, Bayern Monaco e Manchester United ci arrivano con il vento in poppa. Entrambe i club hanno dominato i rispettivi campionati e superato avversari del calibro di Inter, Juve, Barcellona e Dinamo Kiev durante il lungo cammino di Champions.

Al Camp Nou sono gli inglesi a presentarsi con il ruolo di super-favoriti, ma si sa, i pronostici sono fatti per essere smentiti, ed è così che dopo una manciata di minuti arriva l’episodio che rompe gli equilibri e manda in cavalleria le previsioni della vigilia.

Punizione dal limite per il Bayern. Se ne incarica Super Mario Basler. Traiettoria velenosa. Deviazione impercettibile. Il portiere dello United, Schmeichel, non è impeccabile  nel piazzamento. Palla nell’angolo basso. Uno a zero per i tedeschi.

Inizia un’altra partita

Il vantaggio pesa come un macigno sugli sviluppi del match. I red devils hanno ben poco di diabolico, annichiliti dal gioco pratico ma efficace dei tedeschi.

La partita ha preso una brutta piega ed Alex Ferguson fiuta immediatamente l’aria della débâcle. Si dimena, cerca di dare una scossa ai suoi, ma non c’è niente da fare.

Sono proprio questi i momenti di impasse durante i quali un allenatore non può concedersi il lusso di farsi trascinare dall’inerzia. Serve un sussulto, una trovata che dia una sparigliata alle carte ed inverta la rotta.

Dipendesse da Fergusson, probabilmente cambierebbe tutti i suoi giocatori, ad eccezione del suo pupillo, il gallese Ryan Giggs. Ma non si può.

Il predestinato alla sostituzione è Blomqvist. Gli subentra Teddy Sheringam, ex-bandiera  del Tottenham, arrivato a Manchester con una gran voglia di dimostrare di non essere al capolinea della sua carriera.

Si intravede una reazione, ma è ben poca cosa. Piuttosto, sono i bavaresi a sfiorare il raddoppio. Palo di Janker. Sarebbe stato il colpo del KO.

E’ l’inizio della fine

Il novantesimo incombe e Fergusson decide di giocarsi il tutto per tutto: dentro l’amuleto Solskjaer. A fargli posto è un impalpabile Asley Cole.

I tedeschi rispondono con le loro sostituzioni. Più che ad un cambio tattico, si assiste alla solita manfrina, utile a fare passare tempo prezioso. Hitzfild decide di richiamare ai box il monumento del Bayern, Lothar Matthäus; qualche minuto dopo concede una meritata standing ovation anche all’eroe della serata, Mario Basler.

I tifosi bavaresi, in preda all’eccitazione, scrutano a bordo campo il luccichio della “Coppa con le grandi orecchie” e già pregustano i fotogrammi conclusivi del film del loro trionfo.

I supporters del Manchester non ci stanno e continuano ad incitare i propri beniamini, sorretti dalla forza della disperazione e da qualche pinta di birra nelle vene.

Eppure basterebbe soltanto un pizzico di fortuna, un gol appena per  aggrapparsi almeno ai supplementari.

Cambia il vento

Nel giro di qualche minuto gli equilibri in campo si ribaltano. I red devils danno fondo ai residui scampoli di energia per sferrare l’ultimo disperato assalto. Il Bayern sembra accusare il peso della pressione e comincia ad arretrare oltre il dovuto. Gli ultimi minuti sono un assedio a Fort Apache.

Beckham decide di svegliarsi dal torpore e con caparbietà si procura un corner. Forse è l’ultima speranza per i suoi.

Cross al centro. Nell’area bavarese c’è tutto lo United, Schmeichel compreso. I tedeschi al completo hanno eretto la loro  linea Maginot a difesa della porta di Khan.

Mucchio selvaggio”, urla Piccinini. Tra un colpo di testa, un rinvio maldestro ed una svirgolata, la palla arriva chissà come tra i piedi di un giocatore in casacca rossa. Piatto destro quasi alla cieca e “Goool! Gool!! Il Manchester con Sheringaaammm!”. Le corde vocali di Piccini vibrano dall’emozione: “Proprio lui, incredibile!!”. Ma si sa, avrebbe detto la stessa cosa se avesse segnato qualcun altro.

Tutto finito? Macchè.

Neanche il tempo di riprendersi dalla sbornia del pareggio e lo United ripiomba nella metà campo avversaria. Il Bayern è frastornato, barcolla come un pugile che si è appena rialzato dal tappeto.

Ancora un calcio d’angolo. Ancora un “mucchio”. Ancora il Manchester. “Solkjer!! Gool!! Incredibile! Finale drammatico!”. Piccinini, in estasi, sfodera il meglio del suo personale dizionario. Mai come per questa partita ha tutte le ragioni per farlo.

Raramente il calcio si è palesato in maniera così crudele come durante i minuti di recupero più infuocati e folli della storia della Champions League.

A fine gara due immagini, più delle altre, fotografano l’epilogo surreale di questa rocambolesca finale: i tifosi del Bayern che, in preda ad uno psicodramma, osservano allucinati la scena della premiazione e Fergusson che, al centro del campo, abbraccia e bacia il trofeo, radioso come un bambino che ha appena ricevuto un inatteso regalo.

Chissà, per un attimo, nell’euforia del momento, gli sarà venuto in mente Lineker e il suo celebre aforisma.

Poi, facendo spallucce, deve essersi detto, tra sè e sé: “Caro Gary, mi dispiace per te, ma stavolta non ci hai preso”.

26 maggio 1999 – Barcellona, Camp Nou
MANCHESTER UNITED – BAYERN MONACO 3-1
Reti: 6′ 0-1: Basler; 91′ 1-1 Sheringham; 93′ 2-1 Solskjær
MANCHESTER UNITED: Schmeichel; G.Neville, Stam, Johnsen, Irwin; Giggs, Beckham, Butt, Blomqvist (Sheringham dal 22′ s.t.); Cole (Solskjaer dal 36′ s.t.), Yorke. (Van der Gouw, Brown, Grening, Ph.Neville, May). All. Ferguson.
BAYERN MONACO: Kahn; Babbel, Linke, Matthaeus (Fink dal 35′ s.t.), Kuffour, Tarnat; Basler (Salihamidzic dal 44′ s.t.), Effenberg, Jeremies; Jancker, Zickler (Scholl dal 26′ s.t.). (Dreher, Helmer, Strunz, Daei). All. Hitzfeld.
Arbitro: Pierluigi Collina (Italia)

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