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AMARCORD

14 Aprile 1998 | Ronaldo, danza e Magie nel Gelo di Mosca


MOSCA – Tante, troppe sofferenze, ma è finale, per l’Inter, la quarta di Coppa Uefa della sua storia: finisce 2-1 a Mosca per i nerazzurri, contro lo Spartak, nel gelo dello stadio della Dinamo. Ora il gruppo Simoni aspetta il risultato del return-match tra Lazio e Atletico Madrid (Olimpico, ore 20.45, diretta tv su Tmc; all’andata, in Spagna, vittoria per 1-0 dei biancazzurri, gol di Jugovic). E’ finale – 6 maggio, a Parigi – e ancora una volta la firma sulla partita l’ha messa lui, il Fenomeno, ovvero Ronaldo, allo scadere del primo tempo, su un rimpallo, e poi al trentesimo della ripresa, slalom, avversari saltati come birilli, grande giocata e vittoria, insomma, applausi. Esattamente come era capitato domenica scorsa, all’Olimpico, contro la Roma, in campionato, per restare attaccati alla Juventus.

Non è stato un pomeriggio di grande calcio, a Mosca, bisogna dirlo. Non si doveva giocare, per la neve inattesa e abbondante e per il gelo che picchia forte in testa. Invece all’ultimo momento ecco che su un campo pesante e spelacchiato si comincia, in orario.
Partono fortissimi, i russi, che devono segnare almeno un gol per ribaltare il 2 a 1 dell’andata, a San Siro. L’Inter un po’ arranca, appare in difficoltà, non sembra in grande giornata. All’11 quelli dello Spartak passano in vantaggio: il gol è di Gorlukovic, un difensore, tiro imparabile per Pagliuca. L’Inter sbanda, lo Spartak capisce che è il momento di affondare. Potrebbe passare, ancora: è padrone del campo, nessun dubbio, del gioco, i nerazzurri fanno quello che possono, Simoni si preoccupa in panchina. Si va avanti così fino al ’45. Ma eccolo, il gol di Ronaldo, quasi allo scadere: azione confusa in area russa, rimpalli, pallone che finisce sui piedi del brasiliano: tiro teso, rete. Fa festa, Ronaldo, abbracciato dai compagni. Per quello che ha fatto il gruppo nerazzurro il pareggio è una impresa, ma la differenza è sempre lui, il Pelato più pagato del mondo.

Secondo tempo: ancora lo Spartak in avanti e l’Inter che soffre, come la prima frazione. Poi, al trentesimo ecco la zampata: slalom di Ronaldo, saltato anche il portiere Filimonov: in diretta tv sgrana il solito largo sorriso da coniglio, poi a pochi minuti dalla fine Simoni lo chiama fuori ed entra Recoba, un altro sudamericano. Applausi anche dei tifosi russi, cappello di fronte al migliore. L’Inter lo ringrazia: è in finale di Coppa Uefa, per la quarta volta nella sua storia, andrà a Parigi, il 6 maggio.

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